lunedì 20 maggio 2013

PROGRESSI E LIMITI


Attualmente, la durata media della vita, nei paesi più sviluppati ha raggiunto gli ottant'anni. All'inizio del secolo scorso superava di poco i cinquant'anni. All'inizio del Novecento, in Italia, la mortalità infantile nel primo anno di vita era del 16,8 per cento: oggigiorno si è di gran lunga ridotta, superando di poco lo 0,1 per cento.

Nel 1901, come si può vedere nel post precedente Rontgen vinse il Premio Nobel per la fisica grazie ai suoi studi sui raggi x, che permisero la nascita della radiologia. Ma il Novecento resterà segnato soprattutto da altre importantissime scoperte, i sulfamidici e gli antibiotici, che resero possibile la vittoria della medicina contro le malattie infettive.


Cronologia dei principali avvenimenti del Novecento:



  • 1928 - lo scienziato londinese Alexander Fleming scopre il principio  dell'"antibiosi" per cui quando due specie batteriche vengono a contatto tra loro, l'una tende a sopraffare l'altra
ALEXANDER FLEMING

  • 1950 - vaccino contro la poliomielite somministrato per la prima volta ad un bambino di 8 anni

  • 1954 - primo trapianto di rene: il trapianto fu eseguito con un rene prelevato da un soggetto vivente, precisamente dal fratello gemello monozigote del paziente

  • 1967 - primo trapianto di cuore: il trapianto fu eseguito dal chirurgo sudafricano Christian Barnard all'ospedale Groote Schuur di Città del Capo su un paziente di 55 anni che morì 18 giorni dopo; la donatrice del cuore era una giovane donna "nera": ciò smentì definitivamente la credenza che i neri fossero fisiologicamente diversi dai bianchi.
File: Christiaan Barnard.jpg
CHRISTIAN BARNARD

Continuando sulla strada del progesso, siamo abituati a pensare che dopo aver migliorato la nostra salute, grazie alla scienza, possiamo realizzare anche tutti i nostri desideri: avere un corpo più bello, invecchiare mantenendo una buona forma, addirittura avere figli secondo i gusti dei genitori, magari "biondi e con gli occhi azzurri". Riguardo la teoria della clonazione, sono in molti coloro che si chiedono se sia corretto studiare il modo per relizzare questo desiderio e sono ancora di più coloro che rispondono affermativamente considerando che la tecnologia abbia il compito di aumentare il tasso di felicità nel mondo. Al contrario molte sono le perplessità di ordine etico riguardo l'uso teraputico dell'embrione. Sicuramente la ricerca scientifica sulle cellule staminali apre enormi spazi alla scienza e sarebbe interessante scoprire se le cellule staminali embrionali siano più utili rispetto a quelle provenienti da altre fonti: è giusto bloccare la ricerca su questo campo poichè un embrione di otto cellule è già potenzialmente un essere umano?

La biologia molecolare ha aperto grandi speranze per la cura di alcune gravi malattie, poichè ha permesso di identificare vari agenti cancerogeni, che hanno portato grandi progressi nella lotta contro i tumori. Interessanti a tal proposito sono le ricerche di Pandolfi sulle leucemie, che muove dall'idea di guarire le cellule malate, senza bisogno di distruggerle:



PIER PAOLO PANDOLFI

File:DNA Overview it .pngMa la storia, la vita e ogni singola caratteristica di un individuo non possono essere conosciute mediante la decodificazione del suo DNA (in figura è rappresentata la struttura elicoidale del DNA), dato che il corredo genetico rappresenta soltanto l'elemento potenziale dello sviluppo di un uomo, il cui esito è determinato da una marea di fattori ambientali che sono quasi impossibili da prevedere. Quindi rilevando ogni singola molecola di un organismo non è possibile risolvere ogni nostro problema.                      
Il progresso dell'efficacia dell'intervento medico ha portato quasi ad una "disumanizzazione" del rapporto tra medico e paziente. Mentre un tempo il medico era colui che si occupava del "malato sofferente", adesso la sua figura cambia, e da professionista si trasforma in "tecnico", pronto a risolvere un "guasto" organico, purhè rientri nelle sue competenze, anche con interventi di altissima tecnologia (ne sono un esempio i trapianti di organi). Si ha quindi quasi una visione dell'essere umano come una "macchina" composta da parti indipendenti tra loro che, in caso di mal funzionamento, possono essere "aggiustate" o "sostituite". Tutto ciò ha portato ad una specializzazione della professione del medico, individuando figure professionali sempre più diversificate tra loro.




Diventa quindi sempre più difficile trovare un medico che si prenda cura del paziente nella sua totalità psicofisica. Tutto ciò avviene anche perchè è il paziente stesso che individua nello specialistà una figura più prestigiosa e più sicura a cui affidarsi. Si giunge quindi ad una visione sempre più tecnologica e materialistica del medico, che tende a perdere la sua identità che è stata, per molto tempo, quella di accompagnare il proprio paziente nel percorso della malattia, aiutandolo a guarire fisicamente ma anche a vivere con serenità e tranquillità la propria malattia, cercando di alliviarne la sofferenza.


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