sabato 30 marzo 2013


IPPOCRATE: LA MEDICINA COME SCIENZA


Ippocrate (460-370 a.C.) è il fondatore della scuola medica di Cos e il più famoso medico dell'antica Grecia. Secondo lui le malattie altro non sono che il risultato della rottura dell'equilibrio tra i quattro umori presenti nel corpo umano: il sangue, il flegma, la bile gialla e la bile nera, i quali derivano rispettivamente dal cuore, dal cervello, dal fegato e dalla milza. Ippocrate, inoltre, giunge ad elevare la tecnica medica al ruolo di scienza. Si tratta di una vera e propria svolta: con Ippocrate la medicina si emancipa definitivamente non solo dall'approccio magico-religioso dei sacerdoti e dei guaritori, ma anche dalla filosofia della natura, acquisendo una sua specifica autonomia. La scienza medica si fonda per lui sulla necessità di un rapporto fecondo tra esperienza e ragione, e tra esperienza e regole: è indispensabile una scrupolosa analisi dei dati raccolti (aspetto del malato, sintomi, decorso della malattia...) per evitare generalizzazioni astratte e slegate dai fatti concreti, ma sono necessarie anche regole che consentono di dare un ordine alla miriade di dati dell'esperienza e di orientare le osservazioni.

La scienza medica si fonda, in altre parole, su un metodo che permette di passare dalle osservazioni alla teoria, di mettere in relazione cause ed effetti, di partire dall'analisi dei sintomi per poi arrivare alla diagnosi e alla terapia.

I fattori alla base dello squilibrio che dà origine alla malattia sono fattori del tutto naturali: Ippocrate sottolinea che la stessa epilessia (considerata dalla tradizione una malattia di origine divina e perciò denominata “morbo sacro”) è dovuta, come tutte le malattie, soltanto a cause naturali. Per scoprirle si richiede un'indagine complessiva del paziente: sintomi organici, alimentazione, ambiente fisico, sogni, gesti del tutto involontari, attività lavorativa. Precisa che persino il regime politico ha un effetto sulla salute e sulla malattia: la tirannide è un fattore patologico, mentre la democrazia favorisce la salute. Giunge così ad una visione unitaria, sostenendo non solo i legami tra l'uomo e l'ambiente, ma anche quelli tra la componente fisica e quella psichica dell'individuo.

Ippocrate è un sostenitore della teoria encefalocentrica: alla base della vita e del pensiero non vi è il sangue, ma il cervello. Questa teoria verrà verificata solo in età ellenistica grazie alla scoperta del sistema nervoso e del suo stretto legame con il cervello ad opera degli anatomisti Erofilo ed Erasistrato.

Al nome di Ippocrate sono legati i circa 70 trattati di medicina (Corpus hippocraticum) che ci sono pervenuti, il più ampio patrimonio scientifico dell'antichità a noi noto. Uno dei trattati noti ha come oggetto il “giuramento ippocratico”, vale a dire il codice morale che deve seguire chi esercita la professione medica. Il medico, ad esempio, non deve mai procurare la morte (neppure se insistentemente richiesta) né suggerire alla donna in gravidanza prescrizioni che abbiano la possibilità di farla abortire, né commettere abusi sessuali. Il medico, in altre parole, dovrà fare solo il bene del paziente. E' questo un principio che, oggi più che mai, si trova al centro della riflessione in sede di bioetica.

Il giuramento di Ippocrate da un manoscritto bizantino dell'XI secolo (Biblioteca Vaticana)


sabato 23 marzo 2013

LA MEDICINA NELL'ANTICHITA'


Ippocrate di Kos, vissuto in Grecia tra il 460 e il 377 a.C., è considerato il padre della medicina razionale. Egli ha segnato il limite tra magia e razionalità: infatti fino ad allora la medicina era una medicina teurgica, in cui la malattia era considerata un castigo divino. Le uniche vie di guarigione, quindi, risultavano essere la preghiera, l’implorazione e il sacrificio. Questo concetto si trova in moltissime opere greche.

Infatti nell’Iliade, Omero descrive una pestilenza diffusa nel campo degli Achei. Essa è causata da Apollo e da Artemide che vogliono così punire il Re degli Achei, Agamennone, che aveva rapito la figlia del sacerdote di Apollo, Crise.






E qual de' numi inimicolli? Il figlio
di Latona e di Giove. Irato al Sire
destò quel Dio nel campo un feral morbo,
e la gente perìa: colpa d'Atride
che fece a Crise sacerdote oltraggio.

(Iliade, Libro I, Omero, traduzione di Vincenzo Monti)

venerdì 22 marzo 2013


LA MEDICINA DALLA "A" ALLA "Z"

Il presente blog, creato in riferimento al corso di “Storia della tecnologia” tenuto dal professor Vittorio Marchis al Politecnico di Torino, ha lo scopo di analizzare i grandi progressi della medicina, una facoltà umanistica, collegata strettamente all'interesse per la vita e per l'uomo. Si vuole indagare il rapporto esistente tra filosofia e medicina, due discipline che nel corso della loro millenaria storia si sono molte volte intrecciate: infatti secondo i phisikoi greci, per i quali la ricerca degli elementi primari dell'universo era strettamente collegata allo studio e alla cura dell'uomo, era impensabile essere buoni medici senza essere anche filosofi.
La trattazione dell'argomento verrà svolta in parallelo alla lettura del libro “La montagna incantata” di Thomas Mann, ma non verranno esclusi commenti riguardanti i temi svolti a lezione ed approfondimenti collegati ad altre opere inerenti al tema della medicina e al suo passaggio da disciplina “magica” a disciplina razionale e scientifica.

Martina d'Onofrio